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I BONUS – CONOSCIAMOLI MEGLIO

Quando si parla di certificati, il primo pensiero va inevitabilmente ai Bonus Certificates, una delle prime tipologie ad essere stata proposta sul mercato italiano ormai più di un decennio fa e, ancora oggi, una tra le più utilizzate da emittenti ed investitori. Il loro segreto sta nella semplicità del funzionamento a scadenza e nella capacità di garantire all’interno di un portafoglio, la tanto ricercata asimmetria dei rendimenti, ossia una contribuzione alle performance non strettamente collegata all’andamento del Benchmark di riferimento – o del sottostante a cui si legano -. Questa peculiarità non implica che siano alla portata di tutti e adatti ad ogni tipo di situazione, motivo per il quale è opportuno comprenderne appieno le caratteristiche e i rischi potenziali associati ad un investimento.

Più nel particolare, i Bonus Certificates sono certificati che appartengono alla categoria ACEPI “a capitale condizionatamente protetto” che, grazie alla loro particolare struttura opzionale, permettono di ottenere un profitto anche in presenza di un andamento negativo del sottostante a patto che non si sia verificato l’evento “knock out”, ovvero la violazione della barriera.

L’osservazione di tale evento comporta all’interno della struttura del certificato l’estinzione dell’opzione esotica “put down&out”, responsabile del pagamento del Bonus e della protezione condizionata del capitale alla scadenza. Questa circostanza può avvenire durante tutto l’arco della vita dello strumento, (barriera di tipo continua o americana), oppure ad una data o periodo prefissato nelle condizioni definitive dello strumento che di norma corrisponde alla data di valutazione finale (barriera di tipo discreta o europea).

Si ipotizzi un Bonus Certificates con barriera continua e bonus del 110%, ovvero pari al 100% del capitale nominale all’emissione maggiorato di un premio (Bonus) del 10%: a scadenza l’investitore otterrà la restituzione del valore più alto tra:

  • Il capitale nominale maggiorato del 10%
  • La performance del sottostante a partire dallo strike iniziale, se il sottostante non avrà mai toccato il livello barriera. In caso contrario verrà riconosciuta l’effettiva performance del sottostante calcolata dallo strike, al pari di un investimento diretto.

Una delle varianti più diffuse di questa tipologia di certificati è quella che prevede la presenza di un Cap, ovvero di un limite al rendimento massimo per l’investitore. Questa struttura viene costituita tramite la vendita di un opzione “call” e, generalmente, coincide con il livello del Bonus (sebbene sia possibile che i due valori non corrispondano) consentendo quindi di conoscere a priori quale sarà il rendimento massimo potenzialmente conseguibile in caso di mancato evento barriera.  E’ importante specificare che anche a seguito al knock out della barriera, tale opzione (il Cap) non decade e avrà influenza sul rimborso finale dello strumento. 

BONUS CAP PRIMA DELLA SCADENZA

Se è chiaro cosa accade alla scadenza dei Bonus, con o senza Cap, non è altrettanto limpido come questi si muovano nel corso della loro vita , ossia prima della data di scadenza. Essendo costituiti da opzioni, il loro prezzo è direttamente influenzato da diverse variabili, tra le quali possiamo ricordare la volatilità del sottostante, il tempo residuo alla scadenza, i tassi di interesse e i dividendi attesi del sottostante. Per la presenza all’interno della struttura di un’opzione a barriera, i Bonus Cap sono particolarmente sensibili alla volatilità: ciò implica che in condizioni di mercato con volatilità sostenuta, i Bonus Cap subiscono un deprezzamento più accentuato per un duplice fattore: il ribasso del sottostante e l’incremento della volatilità (dinamiche strettamente correlate). Viceversa in condizioni di bassa volatilità, che porta ad un incremento delle probabilità di tenuta della barriera, i Bonus Cap risultano sostenuti nel prezzo.

SCENARIO FAVOREVOLE

Per quanto descritto, i Bonus Cap si inseriscono idealmente in un portafoglio con aspettative laterali sul sottostante, ovvero per scenari di mercato leggermente rialzista/ribassista o di consolidamento. Infatti, qualora si abbiano prospettive sul sottostante particolarmente negative, la barriera potrebbe risultare insufficiente nel contenere il ribasso, con conseguente perdita dell’opzione di protezione condizionata del capitale a scadenza; viceversa, qualora le attese fossero fortemente positive, il limite imposto al rendimento conseguibile, unito alla rinuncia ai dividendi distribuiti dal sottostante, comporterebbe una minore partecipazione al rialzo.  

 

ESEMPIO

Bonus Cap su Enel

Nominale : 100 euro

Strike 3,5 euro

Barriera: 60% / 2,1 euro

Tipo Barriera: Discreta a scadenza

Bonus e Cap: 115%

Scadenza: 15-6-2016

 

Scenario 1: Sottostante > strike

Livello finale Enel 3,7 euro  

No evento Barriera

Rimborso : 115 euro

 

Scenario 2: Sottostante < strike, sottostante > Barriera

Livello finale Enel 2,8 euro 

No evento Barriera

Rimborso : 115 euro

 

Scenario 3: Sottostante < strike, sottostante < Barriera

Livello finale Enel 2 euro 

Si evento Barriera

Rimborso : 57,14 euro